Nell'ambito delle attività di informatizzazione dei dati di scavo, condotte in seno al Progetto Caere, si colloca la sperimentazione di un sistema di codifica specifico per la gestione di dati di scavo editi. Proprio la sperimentazione dei linguaggi di marcatura, come strumento valido per la documentazione, l'interrogazione e quindi l'interpretazione dei diari di scavo della Vigna Parrocchiale, ha suggerito di ampliare l'utilizzazione di questo approccio anche a documenti archeologici editi connessi con altri complessi monumentali individuati sul pianoro urbano di Cerveteri. A tal fine, è stato utilizzata come base del nuovo sistema di codifica la versione semplificata dello schema della Text Encoding Initiative (TEI): la TEI Lite, integrata con la DTD già definita per gli scavi della Vigna Parrocchiale.

Esempio di applicazione della codifica TEI Lite sul testo di Mengarelli

Il nuovo schema di codifica è stato applicato alla pubblicazione di uno scavo effettuato da Raniero Mengarelli tra il 1912 e il 1913 sempre nell'area della Vigna Parrocchiale, e pubblicato nel 1936 sul numero X della rivista "Studi Etruschi", con il titolo Il luogo e i materiali del tempio di Hera a Caere.

Il testo dell'articolo e le piante di scavo sono stati acquisiti in formato digitale e, grazie alla base cartografica numerica e alla piattaforma GIS, le strutture rinvenute nell'area sono state posizionate nel loro contesto geografico e correlate con le strutture scavate nell'area della Vigna Parrocchiale, utilizzando il sistema di coordinate Gauss-Boaga.

Nell'articolo, Mengarelli descrive i rinvenimenti effettuati: una serie di strutture murarie, una fornace a pianta rettangolare, un complesso sistema per l'approvvigionamento, la conserva e lo smaltimento delle acque, numerosi reperti architettonici e ceramici, riferibili ad un periodo compreso tra il VI e il III secolo a.C. Secondo Mengarelli, le suddette costruzioni erano connesse con una zona di culto e il rinvenimento di una numerosa serie di dediche in lingua greca su vasellame ceramico porterebbe a riconoscere in Hera la divinità eponima del tempio. A questa prima ipotesi si è affiancata quella proposta più di recente da Mauro Cristofani, secondo la quale le dediche in lingua greca potrebbero menzionare piuttosto Hera(kles). Lo stesso studioso ha proposto anche una nuova esegesi del complesso monumentale scavato dal Mengarelli, interpretando l'area come un quartiere "industriale".